
BOTRITE: l’incubo dei grower! Prevenzione e cura della muffa grigia.
Marzo 20, 2021Funghi
Almeno 88 specie di funghi attaccano la cannabis e altre vengono scoperte ogni anno (McPartland & Hughes 1994, McPartland & Cubeta 1996). La più nota è la muffa grigia, conosciuta anche come Botrytis cinerea (teleomorph Botryotinia fuckeliana ) che può proliferare durante la coltivazione o dopo il raccolto. La caratteristica patina bianchiccia nasconde tessuti necrotici e marciume miceliare, ma quando te ne rendi conto potrebbe essere tardi!
Vediamo oggi le condizioni e le soluzioni per prevenire e curare questa piaga per il grower.
Dove prolifera?
Nelle regioni temperate, in situazioni di elevata umidità e temperature fresche. La Botrite è in grado di distruggere un raccolto di cannabis in una settimana (Barloy & Pelhate 1962).
Non infesta solo la canapa ma tutte le piante, ad esempio “il mal bianco” sulle zucchine.
I sintomi si manifestano maggiormente dalla fine dell’estate all’inizio dell’autunno in condizioni di serra, quando la temperatura ambiente scende sotto i 25 ° C.
La Botrite si presenta diversamente a secondo delle cultivar:
- Nelle cultivar da fibra la muffa grigia si presenta come una malattia del fusto. Gli enzimi rilasciati da B. cinerea creano dei cancri che circondano e sminuzzano il fusto che spesso si spezza. Dempsey, nel 1975, afferma che le cultivar russe sono tra le più resistenti, anche se De Meijer nel 1995 denuncia la difficile reperibilità.
- Nelle cultivar ad alto THC, la Botrite infesta gli apicali. Le infiorescenze vengono avvolte da un fitto micelio grigio, che le degrada rendendole una melma grigio-marrone. La fioritura avanzata è il periodo di maggior criticità.
Le cultivar afghane si sono evolute in condizioni molto aride e non hanno resistenza alla muffa grigia, caratteristica meno presente negli ibridi. Mentre nei Paesi Bassi è prolifera maggiormente a luglio.
Quando la Botrite è un problema di post-raccolto.
Uno studio condotto nel 2020 nell’Università di Barnaby in Canada, dal dott. Z.K. Punja, sulle specie fungine che attaccano i raccolti in fase di essiccazione, tra le 34 diverse specie identificate, la più diffusa era la Penicillium, seguita da Cladosporium, Botrytis, Aspergillus, Fusarium, Talaromyces e Alternaria.
Nel suddetto studio, la frequenza complessiva di Botrite, utilizzando il metodo del tampone, è stata dell’11-20%. La frequenza è stata influenzata in riduzione rispetto alle stime, in quanto i selezionatori dopo il taglio hanno scartato molti germogli malati.
Prevenire e curare!
Alcuni consigli per salvaguardare il vostro raccolto dalla botrite.
- Occhio: controllate bene le infiorescenze, apritele, scrutatele, osservate bene non vi siano i primi sintomi della muffa grigia
- Forbicine: con il loro ausilio, meglio se quelle a punta fine, rimuovere le parti danneggiate interamente, prima che si propaghi
- Foglie: rimuovere le foglie colpite dal fungo, incluso il picciolo
- Pulizia: in outdoor è molto più difficile pulire l’ambiente, ma possiamo evitare, il contatto con la terra e la vicinanza ad altre piante. In Indoor disinfettare l’ambiente per evitare si diffondano le spore.
- Temperatura e Umidità: devono essere tenuti sotto controllo, umidità intorno al 45% e temperatura non oltre i 25°
- Pioggia: in outdoor occhio alla pioggia, non raccogliere mai piante bagnate o umide, cerca di proteggerle dalle intemperie con teli antigrandine
- Aria: in outdoor ci pensa il vento, ma in indoor è necessario incrementare i ventilatori. Sia nel caso la botrite si manifesti in fioritura o che spunti fuori in essiccazione, aumentare il ricircolo d’aria è fondamentale.
Ricorda: La botrite potrebbe rimanere dormiente, come filamenti di micelio su materiale vegetale morto, quindi tieni sempre pulita la zona adiacente alla pianta e lei stessa, da piccoli residui e scarti.
I trucchi del grower
Negli anni sono diversi i segreti che ho raccolto, si dice non ci sia rimedio per alcuni mali, invece esiste sempre e spesso è semplice e naturale. Per la Botrite anni fa mi consigliarono la “polvere di roccia”, il principio è ottimo, soffocare la muffa salvando la pianta. Questo prodotto si trova nei growshop e anche nei vivai in quanto è ricco di minerali e nutrienti, oltre a fare effetto “borotalco” sul fungo parassita. L’alternativa naturale ed economica è “il bicarbonato di sodio” (quello da cucina) un cucchiaino per litro d’acqua in uno spray, due giorni di seguito, una settimana di pausa e la pianta si rinnoverà magicamente.